30.6.12

IL SALE DELL’HIMALAYA Perché fa bene e come usarlo

Il sale rosa cristallino dell’Himalaya è un sale fossile, integrale, ricco di minerali e bioenergeticamente puro
Questo sale è la base della vita stessa e può essere usato per curarsimantenersi giovanicucinare e tanti altri modi...

Il sale è un alimento semplice ma prezioso e insostituibile, che è stato utilizzato fin dall’antichità dalle culture più diverse. Purtroppo oggi le industrie ne producono un tipo raffinato e snaturato che è diventato un veleno per l’organismo. Chi vuole ritrovarne il potere benefico dovrà ricorrere a quello himalayano, che è un sale fossile, antico di centinaia di milioni di anni, integrale e ricco di minerali. Questo breve manuale ripercorre le scoperte di medici e biofisici riguardo al ruolo del sale nel nostro organismo, descrive la storia e le caratteristiche del sale himalayano (anche paragonandolo ad altri tipi) e ne illustra i molteplici utilizzi a vantaggio della nostra salute e del nostro benessere.

Edizioni L’Età dell’Acquario | collana «salute&benessere» | pp. 112 | ISBN 978-88-7136-381-3
di Maurizio Costi
In collaborazione con Inner Life®
Puoi acquistarlo su: Macrolibrarsi.it

L'AUTORE
Maurizio Costi è uno dei responsabili della Cooperativa Ananda Assisi, distributore di prodotti per il benessere con il marchio Inner Life. Praticante di meditazione Kriya e di Aikido, ha lavorato per quindici anni come chimico prima di trasferirsi in Umbria nella comunità Ananda dove risiede dal 2001. Ananda Assisi fa parte di una rete di centri e comunità fondati da Swami Kriyananda, discepolo diretto del mistico indiano Paramhansa Yogananda (1893-1952).
DAL LIBRO
Salt Range è una catena di montagne che fa parte del complesso himalayano nella provincia del Punjab pakistano e che si estende dal fiume Jhelumper fino al fiume Indo. È sede delle più importanti miniere di sale come Khewra, Mayo, Warcha e Kelabagh da cui proviene quasi tutto il sale himalayano in commercio. Ci sono anche cave di sale a Jatta e Bahadurkhel nella North-West Frontier Province (NWFP).
La miniera di Khewra si trova a 160 km da Islamabad ed è considerata la più grande, o la seconda più grande, miniera di sale al mondo. Qui il sale si trova anche sulla superficie e venne scoperto già nel III secolo a.C. dalle truppe di Alessandro Magno. Secondo la storia, ci fu una battaglia tra Alessandro Magno e il Rajah Poro in questa zona. Dopo la vittoria di Alessandro i soldati si riposarono per riprendere le forze e videro alcuni cavalli leccare il terreno in una determinata area dove il sale affiorava in superficie, qualcuno annotò l’evento su un diario e la notizia arrivò a noi.
Nel XIII secolo vennero impiantate le prime miniere a cielo aperto di piccole dimensioni a opera del Rajah Janjua. Nel 1872 durante la dominazione britannica il dottor H. Warth, un ingegnere minerario di grande fama, costruì il primo tunnel a livello del terreno per accedere agli strati più interni di sale introducendo il concetto di camera e l’estrazione a pilastro ancora utilizzati ai giorni nostri. A oggi il sale viene estratto in 19 diversi livelli, producendo circa 325.000 tonnellate all’anno.
Più della metà della produzione di sale di Khewra viene venduta alle aziende chimiche pakistane mentre il restante viene venduto come sale da tavola nel paese e all’estero, soprattutto in India. Una piccola quantità è utilizzata per produrre oggettistica come le lampade di sale, vasi, piatti, sfere, sculture che sono in vendita presso la miniera turistica ed esportati all’estero in grandi quantità.
È operativo e in continuo sviluppo turistico all’interno della miniera un resort di Haloterapia per i malati di asma. Il viaggio all’interno della miniera è molto lungo: i visitatori devono percorrere circa 1,5 chilometri prima di raggiungere il sale. Alla miniera si accede attraverso un lungo corridoio di 5 metri di altezza e 7 metri di larghezza con un trenino su rotaie solitamente utilizzato per il trasporto del sale. Vengono anche organizzate escursioni su un trenino originale del 1930. All’interno della miniera ci sono varie attrazioni tra cui una moschea, una camera enorme chiamata Assembly Hall alta 75 metri e altre camere colme di soluzione idrosalina (acqua satura di sale).

(...) Esistono documenti che provano l’utilizzo delle grotte di sale himalayane per uso terapeutico già 6000 anni fa. Nella grotta si crea un microclima dove le particelle di sale, grazie alle correnti interne umide, sono presenti nell’aria e vengono così inalate. Il sale arrivato nelle vie respiratorie fluidifica il muco favorendone l’espettorazione, i muscoli delle pareti respiratorie si distendono e i canali si allargano favorendo la respirazione e curando diverse patologie tra le quali asma, bronchiti croniche e disordini respiratori vari. Oggi non c’è bisogno di andare fino in Pakistan, esistono grotte artificiali o stanze di sale dove le correnti naturali vengono sostituite dagli ionizzatori, in questi resort è possibile guardare la tv, mangiare e dormire in ambienti di sale. In alcuni paesi nordici come Polonia, Germania, Finlandia, Svezia, Scandinavia, Austria la Haloterapia è riconosciuta come terapia medica e sostenuta dallo Stato.

Scopri altri usi su: Macrolibrarsi.it


UNA RICETTAGAMBERONI AL FORNO IN LETTO DI SALE



Con questa ricetta potete cucinare tutti i tipi di pesce che rimangono al naturale e vengono cucinati senza grassi.

Ingredienti (4 persone)
6 gamberoni interi
1 kg di sale himalayano granulato
1 mazzetto di erbe aromatiche (prezzemolo, salvia, timo, erba cipollina)

Preparazione
Stendete su una teglia da forno con bordi alti uno strato di sale alto circa 1 dito e cospargete il sale con il mix di erbe aromatiche tritate.
Lavate i gamberoni e asciugateli, disponeteli sullo strato di sale accostati l’uno all’altro e non sovrapposti. 
Aggiungete un altro strato di sale che ricopra interamente i gamberoni.
Infornate i gamberoni al sale in forno preriscaldato a 200° e cuocete per 20 minuti circa.
Sollevate ora lo strato di sale superficiale ed estraete i gamberoni picchiettandoli sul bordo della teglia per rimuovere i residui di sale eventualmente rimasto attaccato al guscio.